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LA CREAZIONE DI ANTHUAR

In un luogo nel Nulla uguale a tanti altri, avevano stabilito la loro residenza due Dei Primigeni. Come tutti i loro fratelli, e come la forza stessa che li aveva generati, essi non avevano alcun nome poiché non vi era nessuno che potesse dargliene, e per loro il concetto stesso di nome era astratto quanto inutile, dato che il loro modo di comunicare non aveva alcuna caratteristica verbale e non esisteva pertanto nessuna necessità di identificarsi tra di loro con un qualunque appellativo. Allo stesso modo, non avevano un genere o un sesso, concetti che erano loro estranei, ma nei giorni che vennero i Primi Popoli li avrebbero ricordati come Adera, la Prima Madre, e Seftos, il Creatore del Mondo.
Ad attirarli in quel particolare luogo piuttosto che in un altro, era stata la presenza di qualcosa che, fino a quel momento, non aveva uguali all'interno del Nulla, composto da pura energia. Si trattava di una sfera lattiginosa che sembrava galleggiare nell'energia stessa senza però farne parte.
I due dei avevano passato un'eternità ad osservare lo strano fenomeno senza riuscire a comprendere di che cosa si trattasse. Avevano discusso della sua possibile natura, cercando di capire se facesse parte del Nulla o della Non Esistenza, se fosse un qualche dio in procinto di nascere o una nuova entità di cui nessuno sapeva nulla, ma non erano giunti ad alcuna conclusione.
Era passato molto tempo dal loro arrivo in quel luogo quando Adera decise che avrebbe osservato la sfera più da vicino, e le si avvicinò tanto da sfiorarla con l'energia di cui era fatta, ma nel momento del contatto la sfera parve rompersi e da essa iniziò a scaturire un fluido che le si sparse intorno, disperdendosi nel Nulla.
Come richiamato dall'evento, uno degli altri Dei Primigeni, che sarebbe stato successivamente chiamato Liynooran, Madre dei Draghi, arrivò al cospetto dei due. Molto tempo prima essa aveva iniziato a viaggiare nel Nulla, depositando ogni tanto una piccola parte del suo essere nella forma di qualcosa che ancora non esisteva, perché da essa potesse scaturire nuova vita come da una sorta di uovo cosmico.
Quando Liynooran vide ciò che era stato fatto al suo “uovo”, si gettò impazzita di rabbia su Adera per distruggerla come lei aveva distrutto la sua creazione. La colpì, lacerò il suo essere e ne sparse ovunque i frammenti, continuando a strappare ed a strappare fino a quando Seftos non intervenne per fermarla.
Prima che la Madre dei Draghi scaricasse su di lui ciò che restava della sua rabbia, egli racchiuse ciò che restava dell'uovo in un guscio sottile, impedendo al fluido che conteneva di continuare ad uscirne, e le spiegò che nell'uovo c'era ancora vita sufficiente anche se, a causa di ciò che era accaduto, i suoi figli sarebbero stati generati dalla materia e non dall'energia, e in quanto tali non avrebbero potuto essere dei. Seftos fece solenne promessa di restare a guardia dell'uovo fino a quando questo non si fosse schiuso, ma a Liynooran la sua promessa non parve sufficiente.
“Se i miei figli saranno di materia non potranno vivere qui – obiettò – ed allora dove vivranno?”
Seftos non aveva una risposta a questa domanda, ma prima che potesse cercare di trovarne una, accadde un fatto straordinario.
I frammenti di Adera, come era un tempo accaduto a quelli di Vita, avevano preso vita propria ed erano tornati sul luogo della loro creazione. Essi erano dodici, tutti diversi tra loro ed indipendenti, e circondarono l'uovo formando un cerchio di energia intorno ad esso.
Liynooran si dispose allo scontro, certa che i nuovi arrivati, che sarebbero poi divenuti noti come i Secondogeniti o gli Dei Elementali, cercassero la vendetta, ma essi si scusarono per le azioni della loro progenitrice.
“Poiché nostra è la colpa se i tuoi figli saranno materia, noi faremo in modo che possano vivere.” Le dissero.
“Avranno terra su cui camminare.” disse il primo di loro, e racchiuse l'uovo in una crosta di terra e sabbia.
“Avranno pietra dietro cui ripararsi.” disse il secondo, e fece sollevare il guscio formando colline e altopiani
“Avranno roccia in cui costruire le loro dimore.” disse il terzo, e fece sorgere dal suolo picchi e montagne
“Avranno aria da respirare e in cui volare.” disse il quarto, e avvolse l'uovo in una sfera di aria
“Avranno nubi dietro cui nascondersi.” disse il quinto, facendo comparire le nuvole
“Avranno venti che li sospingeranno.” disse sesto, e diede origine a tutti i venti
“Avranno fiumi per dissetarsi.” disse il settimo, e dai monti fece sgorgare l'acqua
“Avranno laghi in cui lavarsi.” disse l'ottavo, e fece confluire l'acqua in ampie conche
“Avranno mari in cui vivere e nuotare.” disse il nono, e fece sprofondare parte della terra per dare spazio a mari ed oceani
“Avranno il calore della nascita per venire al mondo.” disse il decimo, e creò il fuoco dentro la terra perché il suo calore facesse nascere i figli di Liynooran
“Avranno il calore della vita per vivere a lungo.” disse l'undicesimo, e fece risalire il fuoco entro la terra, creando il magma, perché il suolo fosse caldo e confortevole
“Avranno il fuoco per poter morire quando sarà giunto il momento.” disse l'ultimo, e fece scaturire il magma attraverso le montagne, creando i vulcani.
“Ed avranno un cielo da guardare, – intervenne Seftos, agitando il fluido che era uscito dall'uovo perché gli si disponesse intorno e diventasse il firmamento – ed una guida che li illumini e li protegga.” E così dicendo strappò via una parte di sé perché restasse a guardia dell'uovo e gli desse luce, e quella parte prese vita come i frammenti di Adera, si unì ai Secondogeniti e creò il Sole.
Liynooran guardò incantata il lavoro che era stato fatto e capì che i suoi figli avrebbero vissuto bene ed a lungo. Chiese a Seftos di rinnovare la sua promessa di sorvegliare l'uovo fino a che essi non fossero nati, e quando egli lo fece decise che di lei, ormai, non c'era più bisogno. Avvolse la sua energia intorno all'uovo come per dargli un'ulteriore protezione e, nel farlo, cessò di esistere.


Prosegue con: Gli Dei della Terra e i Primi Draghi

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