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LA GUERRA DEGLI DEI

Unendo le loro forze, gli Dei riuscirono a liberare Seftos dalla Non-Esistenza. Con il suo aiuto essi desideravano riprendere il controllo del mondo neonato e liberarlo dal giogo degli Antichi Dei. Ma anche insieme a Seftos il loro potere non era sufficiente, poiché solo lui tra loro possedeva la forza degli Dei Primigeni e loro, anche uniti, non avrebbero potuto contrastare il potere degli Antichi Dei.
Liviar propose di chiedere aiuto a Tar, ma ancora una volta egli si rifiutò di intervenire proclamando la sua neutralità.
Seftos tentò di convincerlo e perfino di implorarlo, ma Tar si dimostrò irremovibile. Accecato dall'ira, credendo che il rifiuto di Tar fosse una ripicca per non aver accettato il suo consiglio, Seftos spinse gli Dei Giovani ad unirsi a lui per attaccare Tar e distruggerlo. Essi lo fecero e scoprirono che nulla potevano contro Tar, che apparentemente era più potente di tutti loro uniti, eppure continuava a rifiutarsi di usare la sua potenza per fare qualcosa per o contro di loro. E Seftos decise di colpire Tar con tutto il potere che aveva a disposizione, ma ottenne solo di staccare da lui un frammento, e il frammento divenne Duerf e si unì a Tar per osservare quanto sarebbe accaduto ed apprendere da quanto avrebbe osservato.
Nonostante l'attacco, Tar non reagì contro Seftos e gli altri dei, e neppure accettò di aiutarli, ma disse loro che se avessero continuato a lottare contro di lui non sarebbero giunti ad alcun risultato, e che la chiave per riconquistare il mondo neonato risiedeva altrove, poiché lo scontro diretto con gli Antichi Dei non li avrebbe portati a nulla. Se avessero voluto riprendere il mondo neonato, essi avrebbero dovuto appellarsi alle forze primigenie che neppure gli Antichi Dei avrebbero potuto contrastare.
Né Seftos né gli altri dei capirono quello che Tar stava dicendo. Quali forze avrebbero mai potuto essere superiori al potere degli Dei Primigeni? Tra tutti loro, solo Seftos sarebbe stato in grado di ricordare il tempo in cui soltanto Vita e Non-Vita esistevano nel Multiverso, ma egli era troppo concentrato sulla sorte del mondo neonato per pensare ad altro.
Non conoscendo dunque altro modo per riprendere il suo mondo, Seftos condusse gli altri dei in battaglia contro gli Antichi Dei. Tutti tranne Lorathh, che rimase nel sottosuolo e non li seguì.
Ma anche le loro forze unite nulla potevano contro gli Antichi Dei. Essi ignorarono del tutto i loro attaccanti, che neppure potevano infastidirli, e si concentrarono su Seftos, l'unico tra loro abbastanza potente da riuscire a danneggiarli. Essi lo confinarono con i loro poteri, ma questa volta non tentarono di mandarlo nella Non-Esistenza, da cui già una volta si era liberato, e non volendo correre il rischio che dalla sua distruzione potessero nascere altri dei, decisero di dissipare il suo potere in modo che cessasse di esistere per sempre.
Fu in quel momento, un istante prima di essere cancellato dall'esistenza per l'eternità, che Seftos riportò alla memoria il passato del Multiverso, prima che gli Dei Primigeni iniziassero ad esistere, ed aprì sé stesso alle forze primordiali che avevano dato origine agli dei stessi, e che ora esistevano invisibili intorno ad essi, e che un giorno avrebbero risposto ai nomi di Ordine e Caos. E queste energie primordiali invasero l'essenza di Seftos che iniziò a resistere al potere degli Antichi Dei ed a riguadagnare forza ed a crescere.
Unendo il suo rinnovato potere a quello dei Secondogeniti, degli Dei della Terra e degli Dei Giovani, Seftos riuscì a combattere gli Antichi Dei. La guerra durò un tempo incalcolabile per i criteri di quelli che sarebbero stati i Primi Popoli, ma alla fine essa terminò con la sconfitta degli Antichi Dei.
Nonostante la sua nuova forza, Seftos non era abbastanza potente per riservare loro il destino che sarebbe stato riservato a lui senza l'intervento delle forze primordiali, così egli li confinò ognuno in una diversa prigione di materia a cui diede una forma priva di forma e che seppellì nelle profondità del mondo neonato, da dove non avrebbero più potuto emergere.
Nel momento in cui ciò accadde, le forze primordiali che avevano preso possesso dell'essenza di Seftos e che si erano unite per rispondere alla sua invocazione, non ebbero più motivo di coesistere in una sola, unica essenza.
Seftos cercò di resistere per impedire a queste forze di abbandonarlo, ma neppure lui era in grado di combinarle per sempre. Nonostante la sua resistenza, Ordine e Caos dovevano separarsi, ma impedendo loro di abbandonare la sua essenza Seftos fece sì che esse la portassero con loro, lacerandola.
Fu così che Seftos cessò di esistere.
E la parte della sua essenza che era rimasta legata all'Ordine divenne Luxiana e venne seguita da tutti gli dei che ritenevano che la legge e l'ordine fossero l'unica strada esistente.
E la parte della sua essenza che rimase legata al Caos divenne Tetranor, e con lui si schierarono tutti gli dei che non concepivano l'idea dell'Ordine e per cui l'unica via da seguire era quella del Caos.
Ma una parte di lui rimase integra, riuscendo a trattenere in sé una parte dell'Ordine ed una parte del Caos, e quella parte della sua essenza divenne Celaban, incarnazione dell'Equilibrio, e con lui rimasero tutti quegli dei per cui l'unica verità era la coesistenza delle forze primordiali, incluso Tar.


Prosegue con: I Primi Popoli

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